La sedia Venus di Hans J. Wegner

La poltrona con l’estetica molto particolare era originariamente parte di una piccola serie composta da un divano e da un tavolino.

La sedia è stata in produzione fino alla metà degli anni ’50 ed era originariamente realizzata in legno di faggio e mogano.

I primi esperimenti di Wegner con compensato laminato sviluppato per l’industria aeronautica durante la seconda guerra mondiale hanno portato alla Shell Chair, nota anche come Venus Chair, con due gusci impiallacciati piegati in due direzioni.

Le particolari curve dello schienale e della seduta, sono ispirate agli anelli che circondano il pianeta Venere, pertanto da qui il nome  Venus.

Originariamente Fritz Hansen produceva il divano, ma solo per pochissimi anni in quando era difficile da produrre e, quindi, il prodotto era veramente troppo costoso per il mercato danese.

Il grande supporto per la schiena curva riecheggia la presentazione di un’antica sedia Klismos greca. La struttura portante in massello di faggio è tradizionale, al di sopra del quale il sedile e lo schienale sono a sbalzo e sembrano galleggiare, caratteristica tipicamente modernista che Wegner ha preso a prestito dall’architettura dell’epoca.

Wegner ha anche compiuto il coraggioso passo nel sostenere la persona mentre eliminava la necessità di braccioli. Le poltrone lounge senza braccioli e con il sedile distaccato dalle gambe divennero popolari negli anni Cinquanta.

La sedia Venus illustra il genio del designer e dell’ebanista Hans J. Wegner mostrando le caratteristiche dei suoi cardini principali: materiale pregiato, raffinata unione, linee curve, pure e leggere, semplicità.

Hans J. Wegner ha scelto il compensato perché, in primo luogo, era l’unica tecnica possibile per creare una tale forma a e in secondo luogo, fornisce una maggiore forza di rottura.

Sebbene siano considerati pezzi sperimentali per Hans Wegner, hanno un tocco poetico minimalista e una considerazione per la forma umana, due aspetti caratteristici del lavoro di Wegner.

 

La sedia Venus di Hans J. Wegner per Fritz Hansen

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