Florence Schust Knoll Bassett (1917), architetto e designer americana, studente alla Kingswood School nel campus della Cranbrook Academy of Art di Bloomfield Hills, nel Michigan, divenne un pupillo di Eero Saarinen.
Ha studiato architettura a Cranbrook, l’Architectural Association di Londra e l’Armor Institute (Illinois Institute of Technology di Chicago). Ha lavorato brevemente per Walter Gropius, Marcel Breuer e Wallace K. Harrison.
Nel 1946, divenne una partner commerciale e di design e sposò Hans Knoll, dopo di che formò la Knoll Associates.
Insieme hanno una idea rivoluzionaria: quella di portare la cultura del progetto dell’International Style nell’abitare.
È l’alba di un nuovo umanesimo che ha nella mediazione tra arte e tecnologia uno dei suoi fondamenti.
Hans e Shu, (il diminutivo col quale saranno celebri tra tutti i loro amici e collaboratori) hanno molto in comune: entrambi nutrono una profonda passione intellettuale per la lezione del Bauhaus, vogliono portare un nuovo design a un ampio pubblico di utenti, credono che il buon progetto possa essere un modo per coltivare talento e, al tempo stesso, offrire qualità.
A questo si aggiungono la rara capacità di businessman di Hans e la visione progettuale di Shu, che di fare la “decoratrice” (destino consueto per una donna dell’epoca) non ne vuole sentire.
Lei intuisce che il mondo dell’ufficio è potenzialmente quello più indicato a rappresentare la sua idea dello spazio abitabile.
È il luogo dell’intraprendenza, della brillantezza, della fatica e del lavoro, della disciplina che alimenta le qualità.
È lo specchio dell’efficienza americana che lei vuole non solo tutelare, ma addirittura accrescere con il Good Design.
Ma sa anche che l’ufficio è uno spazio ad alto contenuto simbolico: è quello che racconta in maniera empatica il carattere di chi lo abita.
Ma succede una disgrazia: nel 1955 Hans muore all’improvviso per un incidente automobilistico durante un viaggio d’affari a Cuba. Shu diviene amministratore delegato della Knoll.
In una delle molte lettere di condoglianze che riceve in quei mesi, il designer Alexandre Girard esordisce manifestando compassione per la tragedia, ma poi passa velocemente a discutere i termini di un incontro con un cliente importante.
Dietro l’indubitabile freddezza c’è, tuttavia, un’investitura: Florence adesso è il capo.
Per dieci anni, dal ’55 al ’65, gestirà l’azienda mantenendola ai vertici di un successo internazionale che ormai non è solo nel nome, ma nel dna stesso della Knoll.
Il resto è storia moderna.
Calore attraverso il colore e la consistenza, Florence Knoll ha appreso dal suo mentore, Mies van der Rohe, questo divano disegnato nel 1954, è assolutamente moderno e assolutamente senza tempo.
Come responsabile della divisione Pianificazione Knoll, Florence Knoll ha sempre affrontato il design dell’arredamento con una grande aperture mentale.
La cosa più importante per lei era il modo in cui un pezzo si adattava al design “più grande”: la stanza, il pavimento, l’edificio.
Ogni elemento di uno spazio progettato da Knoll supporta il design complessivo e integra l’architettura esistente.
Per Florence Knoll, non c’erano compromessi, ha sempre ricercato l’armonia dello spazio, della coerenza attraverso la semplicità che sanno esprimere I suoi progetti, divenuti nel tempo tra i più iconici di Knoll.
Come in questo divano attraverso il quale ridimensionò il ritmo e i dettagli dell’architettura moderna umanizzandolo attraverso il colore e la trama.
Un perfetto esempio del suo approccio geometrico e sobrio al mobile, chiaramente derivato dal suo mentore preferito, Mies van der Rohe.