Memory Containers è stato il primo “meta-progetto” (1992) coordinato dal CSA (Centro Studi Alessi), e rappresenta il momento in cui Alessi si è aperta alla nuova generazione di designer. Per essere precisi, si trattava di designer di giovani donne: circa 200 designer donne sotto i 30 anni invitate da tutto il mondo durante la fase di introduzione.
Le domande che Alessi pose alle 200 designers furono: cosa ci si aspetta dall’oggetto? come vengono concepiti gli oggetti? come cambiano quando si spostano da una cultura all’altra?
Cosa cambia nella loro forma, percezione e uso?
In che modo un oggetto diventa un oggetto culturale?
Questa particolare esplorazione si è occupata della presentazione e “offerta” di cibo in quanto si riferiva alla memoria di una cultura o di un’esperienza personale.
Questo primo capitolo del progetto noto come Memory Containers, chiamato Progetto Creole, ha coinvolto la donazione in provetta di ciò che avviene naturalmente molto più lentamente quando si incontrano culture diverse.
Le immagini dei disegni, i riferimenti culturali e personali che le hanno ispirate, sono state raccolte in una pubblicazione intitolata Rebus sic che comprende contributi di Paolo Fabbri, Lucetta Scaraffia e Franco La Cecla, che hanno avuto un ruolo importante nella creazione di questo primo “meta-progetto“.
Il secondo capitolo di Memory Containers è stato chiamato Progetto Biologico e ha esplorato un nuovo filone di ricerca: la scoperta dell’Id, secondo la teoria di psicanalisi di Sigmund Freud, un concetto primario di percezione più strettamente legato alle capacità di comprensione e di ricezione che all’espressione di culture diverse attraverso linguaggi stilistici.
L’obiettivo era scoprire nuove relazioni che collegassero la regola e il design: l’oggetto vivente e vitale che supera il conflitto tra gli esseri umani e la natura.
Tra i migliori risultati di questo progetto, ci sono i contenitori Kalistò della designer Clare Brass, ovviamente in collaborazione con CSA (Centro Studi Alessi).
I contenitori sono 3, e rappresentano i pezzi più iconici per la cucina realizzati da Alessi, probabilmente tra i contenitori per cucina più belli al mondo.
I tre modelli si differenziano non per dimensione ma per la decorazione esterna e per il pomello di chiusura del coperchio; un design inconfondibile in acciaio inossidabile, che non deve necessariamente dialogare con il contesto nel quale sono ubicati: i barattoli sono perfettamente in grado di focalizzare l’attenzione della cucina o del living.
La serie (1-2 e 3) di contenitori Kalistò, è stata progettata nel 1992 ma è sicuramente attuale, elegante e nitida oggi come allora, questo design iconico è diventato sinonimo del marchio Alessi e quando tutti e tre vengono visualizzati insieme, il risultato è chiaramente “più della somma delle singole parti“.