Le poltrone F675 e F444 di Pierre Paulin

Ancora non convenzionale dopo tutti questi anni, questo design senza tempo sarà un classico per molti anni a venire.

L’iconica poltrona F 675, chiamata “butterfly” è la risposta di Pierre Paulin al Bauhaus. Un cenno a Mies, al signor Marcel Breuer e a Le Corbusier: la combinazione di telaio in acciaio e rivestimento in pelle ricordano questi grandi maestri.

E’ stata disegnata nel 1954 da Pierre Paulin ma fu posta in produzione da Artifort, nel 1963.

E’ una delle più belle poltrone “leggere” che Paulin abbia mai progettato.

La seduta e lo schienale di tela o pelle tesa sono sostenuti da una leggera struttura di aste in acciaio cromato (sono saldate l’una sull’altra), dalla disposizione a croce che ricorda il volo di una farfalla.

La sedia ha una struttura in acciaio massiccio nichelato ed è stata inclusa nella collezione della National Gallery of Victoria a Melbourne, in Australia.

Del 1963, anche il modello F 444, anche questa una poltrona diventata icona.

È uno dei modelli più rappresentativi dei rivoluzionari degli anni ’60.

La F 444 sancì chiaramente Pierre Paulin come innovatore di design alla stessa stregua di altri visionari prolifici maestri come Jean Prouve, Marcel Breuer e Mies van der Rohe.

La F 444 ha un meraviglioso senso di fluidità e grazia.

La sua struttura a sbalzo in acciaio inossidabile scorre senza soluzione di continuità dal supporto per il collo attraverso il sedile avvolgente, che si incurva in modo scultoreo sul pavimento e sul retro del design.

Entrambe le poltrone sono a catalogo Artifort.

La poltrona F675 “butterfly” di Pierre Paulin per Artifort
La poltrona F444 di Pierre Paulin per Artifort

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