L’AeO è una famosissima poltrona progettata nel 1973 da Paolo Deganello per Cassina. E’ molto importante nella storia del design per diversi aspetti che vedremo nel seguito. Innanzitutto segna e coincide la conclusione dell’esperienza di Paolo Deganello con gli Archizoom e l’inizio dell’attività individualista del designer.
L’AeO nasce come contrapposizione alla poltrona “La Soriana” disegnata da Tobia Scarpa per Cassina e insignita proprio nel 1973 del Compasso d’Oro. La Soriana è una poltrona gonfia, opulenta, e rappresentava emblematicamente quel benessere che gli Archizoom contestavano.
La poltrona è formata da materiali poveri: una comune tela (come quella delle sedie sdraio), balestre in acciaio, tubo piegato e plastica moplem (tipo di plastica impiegata per fare in quell’epoca i cestini per la carta).
La prima innovazione è che la poltrona veniva spedita smontata, (anticipando Ikea?), l’acquirente la montava da solo, risparmiando ovviamente il costo del montaggio.
La seconda innovazione è questa: al momento dell’acquisto si potevano ordinare degli optionals, braccioli e/o moduli che permettevano di formare delle batterie di poltrone in linea o in semicerchio. Si potevano addirittura costituire gruppi da duecento o trecento posti, con o senza piano porta oggetti.
Il rivestimento del cuscino e dello schienale erano facilmente sfilabili e lavabili, ed era prevista una vasta collezione di rivestimenti diversamente decorati: tutti questi aspetti permettevano una elevata personalizzazione del prodotto.
Quindi una poltrona che era in antitesi con il concetto del “moderno” che voleva il pezzo finito, fatto a macchina, astratto stampato in un colpo solo, il più possibile senza decoro e monocromo. No, AeO va oltre questa ideologia, basata sul prodotto uguale per tutti.
E’ per questo che AeO è anticonformista e strizza l’occhio a chi non ama il lusso, a chi rigetta opulenza e amano l’arte povera, a chi odia lo spreco ma amano personalizzare la forma e il significato del prodotto.
Oggi dopo 45 anni, l’AeO viene ancora venduta come un prodotto innovativo, d’avanguardia, ma già assemblata e in un’unica versione, ad un prezzo contraddittorio con la sua vocazione di oggetto povero: in questa società il prodotto innovativo è inevitabilmente, inesorabilmente elitario.