Simon International nacque nel 1968 dall’incontro di Dino Gavina e Maria Simoncini (da cui prese il nome) con alcuni fra i maggiori rappresentanti dell’architettura e dell’arte moderna per continuare la grande tradizione del disegno italiano e proseguire le fantastiche esperienze degli anni ‘60 della Gavina S.p.A., la fabbrica fondata a San Lazzaro di Savena vicino a Bologna.
In questa avventura imprenditoriale confluiscono tutte le esperienze culturali e le testimonianze produttive che hanno dato vita ad una collezione di culto per gli amanti del design.
Oggi questi oggetti d’arredo, sinonimi di un’attivita? industriale che e? stata capace di farsi veicolo di promozione culturale, rappresentano dei classici, perche? custodi di valori sempre attuali a cui ispirarsi e attingere.
Qualita?, perfezione, proporzione, poesia, ironia sono le orme depositate all’interno di questo prezioso contenitore. E ancora eccellenza del fare e del pensare il mobile, intuizione e capacita? di creare sinergie culturali.
Il rapporto tra Scarpa a Gavina si salda nel 1968 quando, per la Simon, viene messo in produzione il tavolo “Doge”, dal quale derivano i tavoli “Florian” e “Sarpi”.
Florian, è un tavolino basso con struttura in acciaio e piano in vetro, è un omaggio al celebre Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia, città natale di Carlo Scarpa.
E’ stato progettato nel 1973 (qualche mese prima del Sarpi, probabilmente perche? costruttivamente meno complesso), inserendosi nella gamma dei tavoli in struttura di metallo e piano in cristallo.
Il Florian e? l’unico tavolino da salotto disegnato da Carlo Scarpa per la Simon (da luglio 2013, Cassina).
La lastra in cristallo originale, dalle dimensioni 155×114 cm, si relazionava con l’ampiezza spaziale dei salotti di allora, che il maestro amava evocativamente chiamare “piazze”.
Dal 2009, in alternativa al piano originale in cristallo di forma rettangolare, vengono proposte una lastra definita “Elistella”, riduzione scalare del modello disegnato da Tobia Scarpa per il tavolo Sarpi, oltre che una lastra rotonda, piu? contenuta, da 120 centimetri di diametro.
Anche in questo caso, come per gli altri progetti del maestro veneziano, i dettagli estremamente curati, sono “un modo per raccontarne la forma”.