La poltrona “Sit down” di Gaetano Pesce è realizzata in uno stampo di compensato di legno compensato ricoperto da una fodera trapuntata in ovatta di poliestere (e in cui è appoggiata la struttura portante verticale in acciaio rinforzato da cinghie) e riempito direttamente con schiuma di poliuretano espanso.
Il poliuretano iniettato riempie lo stampo liberamente e spontaneamente, formando un contorno ovunque si incontri con gli spazi nell’unità posteriore o nel sedile, producendo così una forma diversa ogni volta.
Una volta indurito, la forma conferisce una singola sedia nella forma della trapunta.
I rivestimenti trapuntati della poltrona fungono cosi da forma per la schiuma poliuretanica che vi è stata iniettata.
Questo procedimento poco ortodosso ha consentito un notevole risparmio dei costi di produzione e fa si che nessuna poltrona sia uguale all’altra.
E’ con questo metodo che con Gaetano Pesce, Cassina ha provato l’idea della “unità individuale nella produzione di massa“.
I dettagli della forma delle sedie Sit Down (1975) cambiano, infatti, da un esempio all’altro, pur mantenendo lo stesso aspetto del tutto.
La schiuma di poliuretano viene utilizzata in un modo più semplice per realizzare vari pezzi di una serie, simili ma non identici.