Il gruppo Memphis, nato nel 1981 e battezzato the New International Style, era di fatto un movimento italiano con origine a Milano, ma grazie alla collaborazione che regnava fra i designer italiani furono invitati a prendervi parte anche artisti, architetti e creativi di altri paesi.
L’iniziativa e l’idea erano comunque in linea con la tendenza culturale e sociopolitica dei designer italiani cha aveva preso inizio già dagli anni Sessanta: progettazione individuale ma azione comune.
Il cosiddetto Disegno Radicale raggiunge il suo culmine nel 1972 con la mostra Italy: the new domestic landscape al Museum of Modern Art di NewYork, che segna il riconoscimento mondiale dell’approccio anticonformista e sperimentale del design italiano.
Al contrario di quanto avveniva a nord delle Alpi, dove la ricerca era orientata verso un design ergonomico, omogeneo e attento ai materiali, il design italiano era caratterizzato da un confronto critico e giocoso con il nostro comportamento di consumatori, le nostre abitudini visive e la produzione industriale.
Mentre i suoi precursori, come per esempio lo Studio Alchymia, erano ancora il risultato dell’insoddisfazione rispetto agli oggetti della produzione di massa, Memphis aveva un approccio più positivo. “Memphis non si pone come movimento o moda omogenea, ma è più che altro omogeneo nel suo atteggiamento ottimistico verso il design, nei confronti della sua posizione e della sua evoluzione”, scriveva Barbara Radice nel 1981 a proposito della nascita del movimento.
Memphis non era neppure uno stile nel senso proprio del termine, come si potrebbe affermare per il rococo o l’Art deco, ma si distingueva per una commistione eterogenea di forme e materiali, colori e superfici. In particolare i designer italiani non hanno mai avuto problemi con il cosiddetto funzionalismo, dato the i loro progetti si rivolgevano a tutti i sensi e non si accontentavano della pura e semplice funzionalità.
La formulazione radicale di questa idea era: l’aspetto della sedia e più importante della sua comodità, perchè nel corso della propria vita l’uomo vede moltissime sedie, ma saranno pochissime quelle su cui si siederà.
Memphis non seguiva nessuna ideologia e no si è abbandonato a nessun particolare formalismo, era invece caratterizzato da un idealismo in cui il design non si esauriva esclusivamente nella creazione di oggetti, ma si confrontava con l’intera esistenza dell’uomo.
Era quindi il tentativo di suscitare emozioni al di la, dell’oggetto. A differenza della “buona forma”, preoccupata di fornire all’uomo un ambiente neutrale, a Memphis interessava presentare oggetti che potessero essere non solo posseduti e amati, ma su cui si potesse anche riflettere, davanti ai quali non si restasse mai indifferenti.
Ettore Sottsass, promotore e fondatore di Memphis scomparso nel 2007 all’età di novant’anni, ha risposto con queste parole alla domanda postagli in una trasmissione televisiva americana su come desiderasse essere ricordato: “Come un buon amico, e come uno i cui lavori hanno fatto sorridere”.