Il divano Milano di De Pas, D’Urbino e Lomazzi

Non aver paura di dialogare con i “mostri sacri“, nemmeno con Ludwig Mies van der Rohe e con la soluzione diventata icona della sua Barcelona, dove squadrati e sottili cuscini connotano I’oggetto imbottito nel loro semplice accostarsi o sovrapporsi: là una poltroncina (o daybed), qui un divano di grandi dimensioni, già un classico al suo debutto più di trent’anni fa.

Sottolineato da  linee essenziali e austere di impianto razionalista, comunque accogliente nel suo disegno complessivo, Milano sembra proprio la risposta (inaspettata, visto il timbro pop, o lieve, normalmente attribuito al loro lavoro) di De Pas, D’Urbino e Lomazzi al maestro tedesco.

Un modello, disegnato sull’idea dei “divani a struttura aerea” che superano la tradizione dei “sistemi a struttura morbida”, quella ancora figlia della bottega (e della mentalità) del tappezziere, dalla quale Zanotta si era già fortemente distaccata sin dalla metà degli anni Sessanta.

Quindi una soluzione classica del gruppo di architetti milanesi diventati celebri per i molti progetti di design radicale.

Il divano Milano, è un divano monoblocco con struttura in acciaio e molleggio su nastri elastici.

I cuscini della seduta sono un misto di poliuretano e Dacron Du Pont, mentre gli  schienali e braccioli sono in piuma d’oca per garantire il massimo confort. Piedini in acciaio nichelato e spazzolato. Rivestimento sfilabile disponibile sia in stoffa che in pelle.

Elegante ma infomale, il divano Milano, è divenuto un pezzo storico della collezione Zanotta, sfoggiando tutta la sua particolarità di seduta formale, impreziosita da un sedile trapuntato e da braccioli piccoli e bassi.

il divano Milano nella variante bianca

 

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