La Wire Chair di Tom Dixon

Le sedie metalliche sono difficili da realizzare. I costi di produzione possono facilmente superare i vantaggi della vendita a un prezzo accessibile.

Se una sedia “normale” ha delle imitazioni, una sedia in filo di ferro ne ha moltissime di più.

Questo perché le ditte che fanno imitazione possono ridurre i costi di produzione impiegando filo di di ferro a sezioni ridotte e utilizzando sistemi di saldatura differenti per l’assemblaggio.

In questo modo si avvantaggiano rispetto le ditte che producono le sedie, seguendo le direttive dei designers.

La scelta tra un originale ed una imitazione è lasciata al consumatore.

Se ne avete occasione guardate con attenzione una sedia originale Diamond di Bertoia e scrutate i principali elementi strutturali più esterni.

Noterete che sugli originali c’è un filo che tiene insieme la struttura con la rete di strutture cablate saldate a questa.

Se invece guardate una imitazione vedrete i due fili che tengono insieme la struttura attorno all’intera sedia e allo schienale del sedile.

Questi pezzi di qualità inferiore sono progettati in questo modo per consentire a un produttore di utilizzare un filo sottile, non come inizialmente aveva previsto Harry Bertoia.

In questo scenario, nel 2002 Tom Dixon fonda con il suo socio David Begg la ditta Tom Dixon per poter produrre e commercializzare i suoi progetti.

Ispirate all’umile e diffusissima graffetta, con questa sedia Tom Dixon conferisce una nuova funzionalità al filo di ferro. Con la sua forma pulita e moderna, Wire Chair è rifinita in bianco verniciato a polvere o acciaio inossidabile.

Ideale sia per l’ambiente domestico che commerciale, la sedia è dotata di cuscino rotondo in schiuma imbottita in tessuto Gaja nero.

Le linee sono minime e catturano l’attenzione grazie ad una estetica semplice ma lussuosa. Sono adatte ad essere impiegate in interno o esterno.

Un bel coraggio mettere in commercio una sedia in filo di ferro; viene proposta da Tom Dixon a circa 320,00 euro.

La Wire Chair di Tom Dixon



 

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