La lampada Fortebraccio di Alberto Meda e Paolo Rizzatto

Alla sua presentazione, avvenuta nel 1998, la lampada da tavolo Fortebraccio è stata considerata immediatamente un capolavoro del design di apparecchi perl’illuminazione, imponendosi come uno dei sistemi in produzione in assoluto più versatile e flessibile.

Disegnata da Alberto Meda e da Paolo Rizzatto, un team collaudato nel campo dei prodotti per l’illuminazione, la Fortebraccio è stata progettata più che altro come uno strumento pratico.

In termini di design, l’idea era di liberare la luce dal vincolo dei cavi elettrici e ciò ha portato alla soluzione di contenere l’interruttore (o dimmer) e le altre parti elettriche nella testa della lampada, permettendo così un assemblaggio personalizzato dei diversi tipi di teste, braccia e snodi disponibili.

Ciò ha reso possibile quindi usare uno stesso braccio per fonti di luce diverse (a incandescenza o alogena), analogamente ai cacciaviti che hanno punte interscambiabili.

II risultato è che la lampada può essere composta come una serie di “lampade differenti“: per esempio, quella a due braccia da tavolo o da pavimento, la lampada a braccio singolo, il faretto con una sola testa e un attacco apposito o la versione da pavimento.

Lo snodo centrale tra le due braccia articolate può ruotare anche lungo l’asse verticale e quindi il braccio esterno può ruotare sui due piani orizzontale verticale.

Ciò consente di far assumere con facilità alla lampada anche posizioni insolite.

La testa, diversa se monta una lampadina alogena oppure una a incandescenza (la versione da tavolo fu la prima lampada ad avere una lampadina alogena senza trasformatore, che poteva dunque essere maneggiata in totale sicurezza), può essere articolata per orientare la luce grazie a una impugnatura in policarbonato sicura ed ergonomica.

La lampada Fortebraccio prevede anche un morsetto universale che permette di fissare la lampada direttamente a un tavolo, a pareti verticali o a piani inclinati grazie a uno snodo che consente aggiustamenti ogni 25 gradi.

Il nome della lampada deriva da quello del carismatico cavaliere normanno Guglielmo di Altavilla, detto Fortebraccio, noto per il suo voluminoso naso.

E come il cavaliere, una delle principali caratteristiche della lampada da tavolo Fortebraccio è appunto il suo “naso“, ovvero l’impugnatura che permette di orientare la luce.

Infine, in termini di fabbricazione, l’utilizzo di lamiera d’acciaio stampata e piegata ha contribuito a mantenere bassi i costi di produzione.

In sintesi, la lampada Fortebraccio è uno dei sistemi per illuminazione più avanzati ed economici che siano stati proposti negli ultimi anni e incarna alla perfezione il manifesto della LucePlan, che ruota attorno alla “costante ricerca della semplicità come risposta ad esigenze complesse“.

A catalogo LucePlan, la versione da tavolo è proposta a circa 220,00 euro.

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