Una costruzione esatta e forme curve dinamiche caratterizzano i particolarissimi lavori di Marc Newson: combinazione che appare evidente persino nell’ambito relativamente banale di una torcia elettrica.
La torcia Apollo fu creata da Newson per Flos, la famosa azienda che sin dalla sua fondazione, nel 1962, viene associata al nome di innovatori del calibro dei fratelli Castiglioni.
Fu Philippe Starck, altro collaboratore di Flos, a raccomandare Newson all’azienda nei primi anni Novanta, proprio quando il designer australiano iniziava ad affermarsi in Europa.
Flos, che nel 1993 aveva lanciato un’edizione della lampada Helice di Newson, decise sette anni più tardi di mettere in produzione la torcia Apollo.
A quell’epoca Newson si era ormai stabilito in Italia, dove dopo aver collaborato con il produttore di mobili Cappellini era passato a lavorare con Magis e Alessi.
La sua esperienza italiana ha coinciso con l’affascinante confluire del suo talento da autodidatta con la tradizione europea di design e manifattura che egli ammirava da sempre ma a cui sino a quel momento non aveva contribuito.
II designer scopri, con sua sorpresa, che in Italia i produttori erano coinvolti della progettazione dei mobili quanto gli stessi designer, che in molti casi erano architetti le cui idee avevano bisogno di essere messe a fuoco.
Questo si traduceva all’atto pratico in standard di altissima qualità di lavorazione ma anche in rapporti potenzialmente complicati tra produttori e designer come lui, a cui piaceva mantenere un totale controllo sul prodotto, dalla fase di progettazione alla produzione. Di una simile tensione, ammesso che sia esistita, in Apollo non c’é traccia.
La sua linea essenziale in alluminio fresato é uno studio di distaccato futurismo che rivela l’amore del designer per l’iconografia dell’era spaziale, accentuato e reso ancora più ovvio del nome della torcia.
II design é reso ancora più essenziale da un meccanismo di accensione a rotazione, che non richiede i tasti già visti nella Maglite, a cui l’Apollo dovrebbe ispirarsi.
Ma, come la Maglite, anche questa variazione futuristica prevede una lampadina di ricambio collocata nella sua stessa base.