La sedia Meda di Alberto Meda

Quando cominciò, la collaborazione tra uno dei più grandi designer del mondo e Vitra, una delle aziende più creative e sensibili, presentava tutti i presupposti di un connubio d’elezione, e difatti non ha mai deluso.

La sedia Meda, disegnata nel 1996 da Alberto Meda, ha l’aspetto raffinato che tali presupposti lasciano immaginare, è facile da usare ed estremamente comoda.

Al pari della sedia Vitra C1 prodotta otto anni prima, la Meda presenta un aspetto semplificato in cui meccanismi e leve sono ridotti al minimo indispensabile.

Secondo Vitra, “spostandosi, l’utente mette in moto un meccanismo sincrono, ma non il solito meccanismo sincrono“.

Due perni laterali consentono allo schienale di abbassarsi, modificando al tempo stesso la forma stessa della sedia.

II movimento è controllato da un paio di molle (una a spirale, l’altra pneumatica) situate tra lo schienale della sedia e il ponte, sotto la seduta.

L’altezza può essere variata tramite un bottone posto sotto il bracciolo destro, e la leva dalla parte opposta ne fissa la posizione.

Il rivestimento è teso lungo tutta l’intelaiatura, e conferisce alla sedia un piacevole senso di elasticità.

Della sedia esistono diverse versioni: la Meda, la Meda 2 e la Meda 2 XL (tutte con una base a cinque punte in alluminio pressofuso) oltre alla versione conference, che completa la serie.

Bella senza essere esplicitamente complicata o visibilmente tecnica, non è né aggressiva né smaccatamente maschile, e rimane una delle grandi sedie da ufficio.

A catalogo Vitra, prezzo circa 2.000,00 euro.

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