La sedia Milano, felice esempio del coesistere di tradizione e innovazione, è nata per essere realizzata in legno massiccio, per la precisionein ciliegio o noce.
Il suo schienale e la seduta a doghe risultano sorprendentemente comodi, e sfruttano al massimo la flessibilità del legno tagliato.
Aldo Rossi si interessava principalmente di architettura e spazi urbani, e aveva sempre considerato il design più come un passatempo.
All’inizio degli anni Ottanta la sua collaborazione con Alessi non aveva riscosso successo, in quanto i suoi primi schizzi per le caffettiere La Conica e Cupola risultavano imprecisi e non riportavano alcuna misura.
Eppure, i design di Rossi esprimevano con disinvoltura le sue teorie, e la sedia Milano, con i richiami al design tradizionale, riflette la convinzione che l’architettura non potesse dissociarsi dal retaggio della città a cui appartiene.
Rossi era un detrattore del Modernismo, ed era convinto che la soluzione allo stile di vita urbano contemporaneo non potesse ricercarsi nella nozione modernista della forma che segue la funzione.
La sedia Milano, con le profonde linee dello schienale, rappresenta tuttavia una concessione a questo assunto, e la sua forma ergonomica appare quasi in contrasto con i
principi rappresentati dalle imponenti strutture e dagli innumerevoli schizzi di Rossi.
Probabilmente egli provava una maggiore libertà nel disegnare oggetti di design industriale, il cui impiego impone loro di adattarsi a diverse situazioni, e che non prevedono di essere rigidamente inseriti in un contesto urbano.
Una serie di bellissimi schizzi illustra come la sedia Milano possa essere usata in situazioni diverse: per incontri informali, attorno a un tavolo, vicino a un cane sdraiato a
terra o in uno studio professionale.
II suo design appartiene all’importante lavoro a cui la prematura morte di Rossi ha posto un’inattesa fine, ma continua a rappresentare un intenso simbolo del suo impegno nel campo dell’architettura e del design.
La sedia Milano era prodotta da Molteni & C..