Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina presentarono un prototipo della lampada Tolomeo ai responsabili per lo sviluppo dei prodotti Artemide: lo stile appariscente e provocatorio associato al gruppo Memphis, fondato da Ettore Sottsass assieme a De Lucchi e Andrea Branzi nel 1981, era stato abbandonato in favore di un approccio che esplorava i concetti di tensione e movimento.
Le caratteristiche di stile erano state sostituite da un approccio più ponderato alla struttura, mentre i processi produttivi erano resi possibili dai forti progressi tecnologici.
Appellandosi al desiderio innato di Artemide per l’innovazione, De Lucchi aveva proposto un sistema illuminante da poter regolare e bloccare in qualsiasi angolazione, servendosi di una struttura a sbalzo e di un bilanciamento a molle.
Il diffusore, che poteva essere ruotato a trecentosessanta gradi, era in alluminio anodizzato satinato, mentre le giunture erano in alluminio lucidato.
La lampada era disponibile in tre versioni, con supporti intercambiabili da tavolo o pavimento e con un morsetto per l’applicazione a una scrivania.
La Tolomeo offriva maggiore flessibilità rispetto ai modelli precedenti come la Tizio, progettata da Richard Sapper (di cui ho scritto qui) sempre per Artemide, presentandosi al contempo come una rivisitazione di opere antecedenti quali la Luxo L-1 di Jacob Jacobsen.
La nuova aggiunta alla sterminata collezione dell’azienda è stata ben presto proclamata sintesi perfetta di forma e funzionalità.
Ha vinto un Compasso d’Oro nel 1989, continuando a ottenere grandi risultati di vendita per Artemide.
La versione originale è stata migliorata per adattarsi a qualsiasi situazione possibile, e si è trasformata in lampada da tavolo, da pavimento, da parete o soffitto.
Disponibile in alluminio lucidato e anodizzato, la lampada Tolomeo è ancora oggi un successo di vendita in tutto il mondo.
A catalogo Artemide, prezzo 235,00 euro circa.