L’ingegnoso design della sedia Box (che ognuno si deve assemblare da sé) prevede una seduta perforata di polipropilene stampato a iniezione e una struttura smontabile di metallo tubolare.
Le parti sono fornite smontate in una scatola da cui prende il nome, contenuta a sua volta in una borsa di plastica di misura corrispondente.
Questo design riflette, per certi versi, la passione di Mari per i rompicapo; e in più, l’aspetto solido e privo di ornamenti della sedia, unitamente alla gamma di colori vivaci disponibili (tra cui il giallo limone, l’arancione brillante e il blu cobalto) mostrano quanto Mari fosse un maestro nel design di oggetti che rispondevano alla moda ed erano oggetto di grande richiesta, pur essendo al tempo stesso intelligenti, ben concepiti e, soprattutto, razionali.
La sedia Box ebbe un successo immediato, anche perché si inseriva perfettamente nella tendenza nata negli anni Sessanta di fornire mobili smontati e confezionati in contenitori facilmente trasportabili.
Artista e teorico, Enzo Mari non aveva avuto una formazione da designer, ma aveva compiuto studi classici e di letteratura presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera, a Milano, negli anni Cinquanta.
Entrato in maniera casuale a far parte della scena italiana del dibattito sul design contemporaneo, ben presto cominciò a occuparsi di design egli stesso.
All’inizio della sua collaborazione con il produttore di materie plastiche Danese, si specializzò nelle tecniche della lavorazione della plastica.
Non sorprende dunque che molti dei design di Mari siano costruiti con una particolare attenzione alla teoria e soprattutto al ruolo del design nella cultura contemporanea e al rapporto tra l’oggetto e il fruitore.
L’approccio di Mari era, e continua ad essere, rigorosamente razionale. Egli descrive il suo lavoro come “elaborato e costruito in maniera tale da rispondere pienamente all’obiettivo o alla funzione“.
Mari cominciò a occuparsi di design di mobili negli anni Sessanta. La sua conoscenza delle materie plastiche insieme al suo approccio razionale al design gli permisero di progettare pezzi straordinariamente dinamici, semplici nella sostanza, il che li collocava al di sopra dei meri oggetti di arredamento di moda.
Alcuni dei suoi primi design di sedie hanno in comune con la sedia Box una qualità sostanziale abbinata al massimo della funzionalità. Attualmente fuori produzione, la sedia Box è stata rieditata nel 1996, e per quattro anni, da Driade.