La calcolatrice Divisumma 18 (rivestita in gomma dai colori vivaci) era uno strumento semplice e gradevole, dall’apparenza assolutamente nuova, e nei primi anni Settanta segnò una svolta radicale sia per la Olivetti sia per Mario Bellini.
I designer di questo periodo erano molto influenzati dall’emergere di nuovi materiali e tecnologie, come la microelettronica, e i pesanti involucri in metallo dei macchinari del dopoguerra erano irrimediabilmente sostituiti da design in plastica, più economici e di dimensioni più piccole.
Anche le tecniche di stampaggio a iniezione fornivano l’opportunità di creare nuove forme, con meno limitazioni.
E dunque interessante notare come presso Olivetti Bellini, al pari di Ettore Sottsass, inaugurò invece un’epoca di design architettonici basati su forme squadrate.
I designer italiani della metà del XX secolo arrivavano spesso dal campo dell’architettura: Bellini si era infatti laureato al Politecnico di Milano nel 1959,
Forse la produzione bidimensionale dei tradizionali disegni tecnici contribuiva (inconsciamente) a queste limitazioni più di quanto in genere non si voglia riconoscere, i designer industriali, cosi come gli architetti e gli ingegneri, erano abituati a pensare, progettare e realizzare in termini di prospetti frontali e planari, e i loro disegni squadrati in ultima analisi riflettono questa particolare prospettiva.
In quanto strumento portatile in grado di stampare ma privo di schermo, la Divisumma 18 si distingueva soprattutto per il suo vivace “rivestimento” giallo in plastica ABS.
È ovvio che Olivetti intendesse proporlo a un nuovo tipo di consumatore, come rivela un’immagine promozionale che la mostra nelle mani di un elegante giovane uomo d’affari intento a camminare sotto il cielo blu simbolo di libertà.
Questo design estremo però sedusse solo un piccolo segmento della popolazione, e la produzione della tastiera rivestita in gomma si dimostrò troppo costosa per assicurarne un successo su grande scala.
Malgrado ciò, grazie alla sua associazione con Olivetti, Bellini era riuscito a raggiungere l’apice estetico dell’elettronica dei primi anni Settanta.
La calcolatrice Divisumma 18 può essere considerata di diritto la fonte di ispirazione di numerosi prodotti elettronici soft-tech apparsi verso la fine del XX secolo e basati su una morbidezza tattile ed emotiva.