La sedia Mies di Archizoom

Nel 1966 nel pieno del periodo in cui i designer internazionali esaminavanoin maniera approfondita i valori del design moderno in relazione alle ideologie politiche del tempo, quattro architetti fiorentinio: Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganelli e Massimo Morozzi, fondarono la società Archizoom.

I quattro designer erano particolarmente interessati  agli atteggiamenti convenzionali applicati all’ambiente costruito e si ripromisero di sfidare ed eliminare la deferenza formale verso il design e il ruolo di autoconsapevolezza in quanto status symbol della società.

Sostenevano infatti che gli ideali razionalisti esercitati dai loro predecessori, se portati alle estreme conseguenze, avrebbero portato ad un dominio commerciale sterile, artificiale ed illogico per gli esseri umani, come dimostrarono in svariate presentazioni concettuali architettoniche, in particolare il progetto teorico di sistema metropolitano diffuso nel 1970 detto No-Stop-City.

Sempre nello stesso periodo Archizoom creò la sedia Mies, una sedia chiaramente razionalista nella sua rigidezza strutturate e nel suo semplice uso dei materiali.

Come implica il suo nome, nelle intenzioni del gruppo di designer la sedia faceva riferimento a Ludwig Mies van der Rohe, del quale si riprometteva di imitare l’uso sapiente e calibrato dei materiali.

I designer tuttavia esagerarono gli elementi costruttivi dei due supporti cromati triangolari, tra i quali tesero un robusto foglio di gomma per nascondere la funzione più ovvia della sedia.

La loro preoccupazione primaria era sollecitare commenti ironici, ma al contempo (in modo quindi alquanto paradossale) crearono una sedia perfettamente funzionale.

La scoscesa striscia di gomma cede sotto il peso di chi vi si siede offrendo grande comodità.

Malgrado l’aggiunta di un poggiapiedi e un poggiatesta, tuttavia, di primo acchito la sedia non pare particolarmente invitante e sembra piuttosto sfidare i concetti tradizionali di comfort e di relax.

La sedia Mies attirò grande attenzione quando fu presentata per la prima volta al Salone del Mobile di Milano nel 1969, anno in cui il design innovativo e provocatorio trovò ampia diffusione nell’agenda italiana.

Dando un considerevole contributo al movimento del Design Radicale, durato più o meno dal 1968 al 1978, il lavoro di Archizoom simboleggia l’antitesi delle pretese del “buon design“.

Anche se il gruppo nel 1974 si sciolse, il suo operato continuò a rivelarsi di grande influenza nel movimenti dell’Antidesign dello Studio Alchimia di Memphis, mentre la sedia Mies è sempre rimasta in produzione.

La seduta è a catalogo Poltronova.

 

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