II vaso Pago-Pago di Enzo Mari sfida tutte Le nostre opinioni sui vasi: il suo design non é elegante, come ci si aspetterebbe da un vaso, né é prezioso.
E’ invece un vaso strano, di forma irregolare, realizzato in un tipo di plastica particolarmente robusta.
Il fatto che il Pago-Pago incrini tutti gli stereotipi relativi ai vasi non deve affatto stupire, tenuto conto di ciò che si riprometteva il suo designer.
Enzo Mari, cresciuto a Novara, senza una specifica educazione in tema di architettura o arti grafiche e industriali, é uno dei più originali e rigorosi intellettuali contemporanei sul tema del design.
Una volta disse: “se tutti amano un prodotto che io ho disegnato, significa che io ho affermato la realtà cosi come essa esiste, il che é precisamente ciò che io non intendo fare”.
L’insistenza di Mari nel voler considerare un problema da ogni possibile angolazione, ignorando tutti i preconcetti, può averlo condotto a qualche design particolarmente improbabile, e il vaso Pago-Pago appartiene a tutti gli effetti a questo gruppo.
Con ogni probabilità, la cosa più degna di nota del Pago-Pago é che in sostanza si tratta di due vasi in uno.
Collocato in una certa posizione offre un recipiente stretto e circolare adatto ad accogliere pochi fiori, mentre una volta ribaltato diventa un vaso dall’imboccatura larga, pronta a contenere un bouquet di fiori più grande.
Le due cavità hanno in comune un’unica parete interna, che consente di produrre il vaso economicamente in un semplice stampo in due parti.
Il vaso è prodotto in plastica ABS, lo stesso materiale adoperato per costruire i mattoncini Lego.
L’ABS è un materiale molto duro che può essere prodotto in colori accesi e forti e che conferisce un aspetto lucido all’oggetto, dettaglio che piacque in modo particolare a Mari.
Pago-Pago non è più in produzione; era a catalogo Danese Milano.