L’orologio da tavolo Cronotime di Pio Manzù abbina i concisi dogmi del Razionalismo a ingegno e calore, dando vita a un design meravigliosamente singolare, che rappresenta il personale omaggio di Manzù alle dinamiche dell’automobile.
Il Cronotime a batteria, racchiuso in un pezzo unico di ABS sagomato alto 9 centimetri e del diametro di 7 centimetri, era stato originariamente disegnato per la Fiat come oggetto da regalo.
L’orologio presenta un certo elemento di novità, in quanto ricorda una componente del motore di un automobile, modificata e rimodellata fino a diventare qualcosa di completamente diverso.
La qualità scultorea e tattile di quest’oggetto tradisce il palese ascendente del padre di Manzù, lo scultore Giacomo, e la flessibilità delle sue componenti ne permette un facile uso: facendo ruotare le due sezioni del cilindro curvo, il quadrante dell’orologio (considerato una sezione dell’involucro) può essere orientato e girato, conferendo di conseguenza al Cronotime un aspetto pratico, oltre che giocoso.
Questo stile di design ricorda molto l’ingegnosità formale e l’ironia dei progetti di Achille Castiglioni, con il quale Manzù aveva progettato la lampada Parentesi, nel 1961 (di cui ho scritto qui).
Eppure, sotto questo eccentrico senso dell’umorismo batte il cuore di un meccanismo di precisione.
Manzù aveva studiato presso li Hochschule für Gestaltung di Ulm, che dalla metà degli anni Cinquanta e per tutti gli anni Sessanta era rimasta l’istituzione di riferimento per la diffusione del design industriale, grazie a un programma accademico che oltre al design dava grande spazio alla matematica, alla sociologia e all’ergonomica.
Fu lì che Manzù scoprì la passione per il design di motori di automobili, e fu grazie a essa che in seguito sviluppò modelli per prototipi di auto di media e piccola cilindrata, ed entrò a far parte del Centro Stile Fiat in veste di consulente.
Sempre in quegli anni disegnò il Cronotime, uno dei suoi ultimi design prima della prematura scomparsa, avvenuta in seguito a un incidente stradale nel 1969.
A catalogo Alessi, prezzo circa 42,00 euro.