Alcune tipologie di oggetti di design non riescono mai a raggiungere una produzione dal volume complessivo consistente: la natura della loro utilità è talmente specifica che la domanda di questi prodotti è limitata.
A questa categoria appartengono spesso le chaise loungue, i servi muti, le sedie da conversazione o le sedie a dondolo.
Nondimeno la loro posizione nel catalogo degli oggetti di design può essere garantita dalla loro unità, la loro bellezza e la loro innovazione.
La sedia Dondolo è uno di questi mobili: diversamente da molte sedie a dondolo si allontana di molto dalla forma delle sedie tradizionale a quattro gambe o con un telaio di ferro.
Il fascino della sedia Dondolo ha molto a che vedere con la figura che essa fa in una stanza e con l’esperienza che prova chiunque vi si sieda.
Per assolvere alla sua funzione e per essere contemplata al meglio di ciò che può offrire necessita di grandi spazi. La curva della linea unica che compone la sedia offre un profilo serpeggiante e calligrafico al tempo stesso.
A iniziare dalla seduta a sbalzo, la sua linea prosegue in una piega quasi teatrale, che passando sotto la seduta si trasforma nella parte propriamente a dondolo della sedia.
Un’estrusione di quella linea definisce la sedia Dondolo come una forma effettivamente tridimensionale.
La sua integrità strutturale è determinata da una serie di costole che riprendono il profilo della sedia, agendo da rinforzi perpendicolari, sostenendo un sedile sospeso e il movimento altalenante ottenuto allorché chi vi si siede sposta il proprio peso verso l’appoggiapiedi.
Poiché la sedia non ha braccioli che possano aiutare nel movimento, spostare il peso verso la parte terminale dell’appoggiapiedi è di importanza cruciale per il movimento della sedia.
Secondo la figlia di Cesare Leonardi, la Dondolo fu disegnata da Leonardi e Franca Stagi una sera del 1965.
L’insolita sedia fu poi rielaborata tra il 1966 e il 1967 e il prototipo fu finanziato da Bernini nel 1967 e nel 1968.
Finalmente, la sedia prodotta in tre colori, realizzata in resina di poliestere e rinforzata da vetroresina fu presentata nella Fiera del Mobile di Milano nel 1969. Bernini nel 1970 si ritirò dal lavoro e la produzione della sedia Dondolo fu proseguita dal ramo Fiarm della ditta Bellato fino al 1975, ma complessivamente se ne produssero soltanto tra i 15 e i 20 pezzi.
Nondimeno, la Dondolo è rimasta l’unico esempio in cui la vetroresina strutturalmente manipolata ha prodotto un oggetto in grado di cogliere lo spirito della metà degli anni Sessanta durante i quali, insieme ad altri aspetti della cultura occidentale, anche il rapporto con l’ambiente fu vivacemente messo in discussione.