Moderno sia per l’aspetto estetico sia per i materiali, decisamente organico nella forma, il lampadario Lámpara de Techo è un allegro pezzo d’architettura: pende basso dal soffitto, ed è composto da due serie di strisce curvate di legno multistrato fissate a due rondelle metalliche collocate alla sommità e alla base.
Le strisce sono disposte in due strati, uno interno all’altro, e sono sistemate sfalsate, così da formare delle fessure dalle quali la luce della lampadina fuoriesce in maniera più morbida e indiretta.
Ciò trasmette un senso al tempo stesso di contenimento e di spazio, permettendo un gioco di luci e ombre nel corpo della lampada e attirando attenzione alla sua struttura fisica, quasi fosse un piccolo mondo a sé.
La sua forma sferica è generosa, con 39,5 centimetri di diametro massimo, e nel suo complesso ha una presenza particolare e poco invadente, che crea una immediata atmosfera intima e adeguata.
Il desiderio di Josep Antoni Coderch i de Sentmenat, di “contenere un piano complesso in un solo involucro“, è una sorta di paradigma che pare applicarsi direttamente a questa lampada, anche se in origine era piuttosto riferito al suo lavoro di architetto.
Nel 1941, dopo una parentesi bellica a fianco dei nazionalisti, Coderch si laureò in architettura, e l’anno dopo aprì un suo studio con Manuel Valls, in una Spagna appena uscita dalla guerra civile, culturalmente disorientata e tuttavia pronta ad affrontare cambiamento e progresso.
Ben presto Coderch si impose come uno dei principali promotori dell’architettura modernista a Barcellona, e cercò di utilizzare il suo lavoro per valorizzare il tradizionale panorama della sua regione.
Egli ambiva a creare spazi architettonici con i quali il singolo potesse identificarsi, e al contempo abitare comodamente.
Riscosse il suo primo successo internazionale alla Triennale di Milano del 1951, con un progetto per il Padiglione Spagnolo. Tra i suoi ammiratori c’era Gio Ponti, che influenzò Coderch e mise a disposizione le pagine della sua rivista Domus per portare a un più vasto pubblico le sue opere.
Se molte delle prime creazioni di Coderch erano state commissioni private, per lo più case ad un piano, nel corso della sua carriera si lanciò in progetti edilizi più ambiziosi, tra di essi l’allargamento nel 1978 della Scuola Barcellona, un tempo da lui frequentata;
ma già nel 1951 avviò la costruzione del condominio La Barceloneta, un progetto rispettoso dell’ambiente composto da spazi ingegnosamente disposti ricorrendo per la prima volta al suo innovativo Sistema Louvre, sorta di moderno adattamento delle tradizionali tende avvolgibili mediterranee per finestra, in seguito diventate un marchio distintivo del lavoro di Coderch.
Su scala decisamente minore, i suoi principi spaziali emergono chiaramente in questo suo lampadario del 1957, di grande successo e tuttora amatissimo.
A catalogo Disa, prezzo 650,00 euro.