La struttura di vetroresina della sedia Ribbon (nastro), cho forma uno spesso anello ondulato, fu la sbalorditiva opera di due dei più intrepidi designer italiani degli anni Sessanta.
Secondo Cesare Leonardi, la Ribbon fu progettata insieme a Franca Stagi nel 1956, mentre partecipavano a una lezione dell’Università di Firenze.
Il primo prototipo fu realizzato in scagliola (rivestimento a intonaco il simile al marmo) e rete di metallo, che rendevano pressoché impossibile spostarla, ma la bellezza del design li fece entrare di diritto nel novero di un gruppo di designer che diede il via all’estetica dell’eccesso che avrebbe finito col contrassegnare i più audaci design italiani degli anni Sessanta.
Occorsero undici anni prima che la sedia entrasse in produzione. Un secondo prototipo in cartone condensato fu messo a punto nel 1960, e nel 1964 entrambi ottennero il brevetto. Fu in seguito all’incontro con il produttore Bernini, tuttavia, che i due designer arrivarono a utilizzare la vetroresina e a produrre industrialmente la Ribbon.
Bernini era noto per le sue linee ampie e radicali e le forme quasi teatrali dei suoi mobili.
La lavorazione del legno era sempre stata una sua specialità, aveva cominciato con un laboratorio di falegnameria nel 1904, ma negli anni Sessanta l’azienda si lasciò trascinare nella corsa all’uso dei nuovi materiali.
Negli anni del dopoguerra, col venir meno del bisogno di frugalità, la tendenza riduzionista così prevalente nei più importanti design degli anni Cinquanta iniziò a scemare.
I giovani erano in costante ascesa e, in segno di rottura col passato, la gente chiedeva e cercava nuovi design.
Utilizzando tecniche sviluppate di recente e nuovi materiali, come la vetroresina usata per la Ribbon, Leonardi e Stagi realizzarono un pezzo di design che riusciva nell’intento da loro voluto di attirare l’attenzione.
La sedia Ribbon era una sorta di interpretazione del design a sbalzo messo a punto dal Bauhaus una quarantina circa di anni prima, ma usava un materiale del tutto nuovo, la plastica.
La base di acciaio cromato lucido rievoca inoltre precedenti design, ed è qualcosa che resterà per sempre associato agli anni Cinquanta.
La forma della sedia, nondimeno, e il suo uso quasi spudorato di significative quantità di vetroresina, erano cose con le quali nessuno in precedenza aveva osato cimentarsi.
Prodotta da Bernini dal 1967 al 1970, poi da Fiarm/Elco/Bellato dal 1970 al 1973, la sedia non è più in produzione.