La cosiddetta sedia “da giardino” è realizzata con un nastro continuo di fibrocemento privo di asbesto, senza ulteriori aggiunte né supporti, modellata in una forma chiusa sinuosa ed elegante. Utilizzando un’unica lastra di fibrocemento, lo stesso che si usa per i tetti e le facciate delle case, la sedia costituisce un esempio di realizzazione straordinariamente coraggiosa e creativa a partire da un materiale industriale.
Al contempo leggera e molto robusta, sorprende con la superficie liscia e calda, incredibilmente resistente all’usura.
La sedia progettata da Willy Guhl incarna un prodotto di successo in cui dialogano leggerezza e robustezza, solidità ed eleganza, utilità e lusso.
Guhl aveva iniziato a sperimentare forme di sedute ergonomiche dopo aver partecipato al concorso Low Cost, indetto nel 1948 dal Museo di Arte Moderna di New York, ma fu soltanto all’inizio degli anni Cinquanta, dopo che la società Eternit contattò a Zurigo la Kunstgewerbeschule dove insegnava, che Guhl conobbe il fibrocemento.
Eternit stava cercando nuove idee per usare il suo prodotto, brevettato col nome dell’azienda e lavorato a macchina in lastre, e fino a quel momento usato soprattutto nell’edilizia.
I docenti della scuola, rimasero inorriditi all’idea di utilizzare il cemento, ma non Guhl, che invece accolse volentieri la possibilità di lavorare con un unico materiale industriale per creare una forma di sedia articolala e completa.
La profondità di questa sedia è determinata dall’altezza della lastra utilizzata, sagomata nella forma voluta il materiale è ancora umido. Questo processo di lavorazione così semplice assicurava che la sedia ptesse essere prodotta in serie in maniera efficace ed economica.
Chiamata in origine sedia “da spiaggia“, la sedia da giardino era stata progettata per essere una sorta di sedia a dondolo da usare in esterni, e fu possibile realizzarla grazie a un ulteriore sviluppo tecnico nel materiale.
Il fibrocemento Eternit, inizialmente conteneva asbesto, che venne ben presto sostituito dalla fibra di cellulosa, che permetteva la realizzazione di volumi più grossi.
In seguito Guhl modificò il design della sedia per adeguarsi al nuovo materiale, e progettò anche un tavolo caratterizzato da un ripiano che presentava due cavità per potervi collocare bottiglie e bicchieri, riponibile dopo l’uso all’interno della sedia stessa.
Benché l’uso in interni della sedia sia comune, Guhl ancora oggi sostiene che da ogni punto di vista la sua sedia era stata progettata per essere usata in esterni: «La gente mi manda le fotografie delle loro sedie, dipinte con fiori, rivestite e così via. Le sedie sono loro e possono farne ciò che meglio credono, ma io non ne metterei mai una in salotto»,