Lo sgabello Ulmer Hocker di Max Bill del 1950, col suo design segnato dai valori del Funzionalismo, e poche affinità con i suoi più organici contemporanei dell’avanguardia anni Cinquanta, tra i mobili del dopoguerra fa probabilmente storia a sé.
Realizzato in legno ebanizzato dalla semplice forma triplanare e corredato unicamente di un poggiapiedi cilindrico, lo sgabello, uno dei prodotti più famosi di Bili, è un’espressione esemplare di chiarezza geometrica e architettonica.
II contesto progettuale in cui fu concepito sottolinea la tensione presente a quello stadio di sviluppo del design tedesco.
Un centro importante per il dibattito sul design era la Hochschule für Gestaltung, la scuola di design di Ulm nella Germania Ovest, di cui Io svizzero Bill fu uno dei padri fondatori nel 1951, nonché primo rettore.
Gli studi e il tirocinio da lui prima della guerra furono fondamentali per la filosofia di fondo della scuola.
Dopo aver studiato al Bauhaus, Bill fece suo il concetto di “arte concreta”: credere profondamente che la chiarezza strutturale e visiva portasse, la forma d un apprezzamento universale, plasmò sia il suo modo di insegnare sia i suoi lavori per il decennio successivo.
A Ulm, Bill e i suoi colleghi promossero inizialmente un corso di studi basato su un nuovo modello di Bauhaus.
Alla fine del decennio la filosofia di design ed educativa di Bill era comunque sempre più in disaccordo con la nuova generazione di studenti e insegnanti, ora volti a un corso di studi che enfatizzava maggiormente le ideologie teoriche.
Il risultato del suo approccio didattico fu una geometria estrema presente in tutte le sue opere,ma l’austerità dei suoi progetti suscitò la critica che mancassero di qualità umanizzanti.
L’Ulmet Hocker fu un prodotto della sua permanenza alla scuola.
Lo sgabello è tuttora prodotto dall’azienda milanese Zanotta, proposto nella versione verniciata, rivestita in betulla e in MDF laccato nero, e commercializzato con il nome di Sgabillo ad un prezzo di 350,00 euro circa.