Secondo il noto designer italiano Alessandro Mendini, tutto è già stato inventato e ciò che resta da fare è solo una rivisitazione di oggetti preesistenti, magari aggiungendo elementi decorativi o strutturali che modificano la dinamica dell’originale.
Questa idea da luogo a quello che in gergo si chiama re-design che trova concretezza nella Poltrona Proust: un oggetto kitsch come una finta poltrona barocca, rivestita con un tessuto fatto dipingere alla maniera del puntinato.
Insomma, una somma di riferimenti letterari, citazioni pittoriche e lavoro di abili artigiani.
Come aveva immaginato lo sgabello di Giotto o il tavolo di Cezanne,Mendini vuole realizzare la poltrona di Proust.
Nel particolare:
Mendini la “inventa” nel 1978, ma già dal 1976 aveva pensato al “tessuto Proust” un tessuto dalle forti evocazioni pittoriche e letterarie.
Durante un viaggio in terra veneta Mendini si imbatte in una poltrona in stile settecentesco: un finto in stile, la cui struttura è decorata a mano a pennello in colori acrilici, assieme al tessuto, con un disegno ripreso da alcuni particolari dei quadri di Signac (1863-1935).
Fu così che nel 1978 nacque il primo esemplare della Poltrona, ora nelle mani di un collezionista di Milano.
I punti policromi di colore, realizzati con la tecnica del divisionismo, la invadono tutta, sia nelle parti in stoffa che sui decori del legno, disfacendone la forma in una specie di nebulosa.
Nei successivi dieci anni ne furono realizzate una quindicina, tutte a mano e personalmente controllate da Mendini, che ne ha anche firmate alcune.
Tutte queste 15 Poltrone si sa dove sono: da privati o in musei in tutto il mondo.
Dopo una breve interruzione, dovuta all’impossibilità di Mendini di sovrintendere ogni pezzo, nel 1989 riprende la produzione.
Da allora la produzione è continuata, anche con singole poltrone realizzate in materiali diversi come bronzo e ceramica.
Eventuali esemplari realizzati nel periodo intermedio sono ovviamente da considerarsi falsi.
Da alcuni anni è Claudia Mendini, nipote di Alessandro, a dipingere le singole poltrone, sempre in collaborazione e con la supervisione dell’autore; le poltrone vengono realizzate su ordinazione e dipinte rigorosamente a mano…non oso immaginare il prezzo.
Per il resto di noi, in commercio ne esistono diverse varianti di produzione industriale.
Ad esempio, dal 1993 Cappellini ne produce una versione con struttura in legno scolpito e decorato a mano, ma rinnovata nei rivestimenti, in tessuto di cotone stampato proposti nelle varianti multicolor azzurro/grigio/giallo e nero/verde/rosso.
Ne esiste anche una versione per l’esterno in materiale plastico: è la versione progettata da Mendini per Magis.
E’ pensata specificamente per gli usi in esterno, infatti tra seduta e schienale è presente una piccola fessura per lo scolo dell’acqua piovana.
Il materiale utilizzato è in questo caso polietilene stampato in rotazionale ed è proposta in versione monocromatica, in 5 diversi colori (arancio, bianco, blu, nero e rosso) oltre che in quella multicolore.
A fondo pagina due video: nel primo si può notare lo straordinario lavoro di realizzazione di una “vera” Poltrona Proust, nel secondo, per chi non ha voglia di leggere, Alessandro Mendini spiega la sua creazione.