Jean-Louis Domecq (1920-1983) è stato un meccanico francese; si rende conto che non esiste sul mercato, una lampada che possa soddisfare tutte le sue esigenze: rendere più luminoso l’ambiente buio dell’officina in cui lavorava come meccanico.
Nessun problema, decide di inventarsene una: dopo studi, ricerche e svariate prove nel 1950, finalizzò il suo progetto.
Nasce Jielde (dalla lettura fonetica delle iniziali del suo nome e cognome JLD), e ancora oggi come una volta (inizio produzione nel 1953) sono tutte made in France e precisamente a Lione.
Sono lampade robuste, dall’intriso sapore vintage ed industriale (immaginatela insieme ad una sedia Tolix del precedente articolo) e si abbinano ai più svariati ambienti.
La loro peculiarità, è l’estrema versatilità e la genialità degli snodi: il design, deriva dalla specifica funzione che doveva avere la lampada: oltre che illuminare l’officina, doveva essere pratica, maneggevole e adattarsi a ogni altezza e a ogni esigenza.
Con la mano infatti, è possibile allungarla, richiuderla e grazie ai brevettati (geniali) snodi (che tengono insieme le varie aste) è possibile ruotarla di 360°.
La lampada Jielde aveva ora, tutti i requisiti adatti alla sua attività: robusta, semplice e articolata in modo da adattarsi a tutte le postazioni di lavoro.
La lampada Jielde nel corso degli anni ha un successo straordinario e il suo punto di forza è il racchiudere funzione ed estetica.
Ora, è prodotta in svariate variazioni di colorazioni e ne esistono di diversi modelli: da soffitto, da scrivania, da terra e da muro.
Generalmente, il primo passo è scegliere dove collocarla, mentre il secondo, da quante braccia si vuole.
Ogni lampada Jielde, è fatta a mano ed è numerata con la targhetta rivettata dell’azienda, per mantenere l’unicità del prodotto.